"Lunedì 2 giugno le forze dell'ordine hanno perpetrato l'ennesimo atto intimidatorio ed assolutamente ingiustificato nei confronti di tutti/e i/le partecipanti della Critica Massa di ritorno da Ostia. Dopo tre giorni di festa,che hanno visto in totale circa 5000 biciclette invadere pacificamente Roma con suoni e colori senza il benché minimo episodio di turbativa all'"ordine pubblico", i/le ciclisti/e che avevano deciso di trascorrere l'ultima notte in riva al mare si sono visti/e svegliare da tre pattuglie ed un elicottero della polizia,che li/le hanno seguiti/e, e ripresi/e, fino alla più vicina stazione ferroviaria. In un clima reso già abbastanza teso dalla presenza di svariati poliziotti all'interno della stazione, i/le vari/e ciclisti/e sono stati invitati a salire con calma sui treni, ignari del fatto che a fine corsa, alla stazione di Porta S.Paolo, erano già schierati decine di poliziotti in assetto antisommossa che impedivano a QUALSIASI ciclista si trovasse all'interno della stazione di varcare la soglia. I primi che,come loro diritto,hanno chiesto di lasciare l'area della stazione sono stati ricacciati dentro con la forza, i documenti requisiti per un tempo indefinito(saranno poi restituiti una mezz'ora dopo),ed invitati ad indossare le felpe con la scritta Critical mass al contrario,comportamento questo ulteriormente vessatorio e gratuito verso liberi cittadini ai quali non era imputabile alcun reato. Un gruppo di circa 50 ciclisti che aveva deciso di tornare a Roma in sella alla propria bici è stato bloccato da due pattuglie dei carabinieri all'altezza dell'Eur ed identificato. Anche qui,nessun reato contestato, nessun atteggiamento provocatorio da parte dei ciclisti, che al contrario hanno dovuto attendere più di mezz'ora a lato della strada, sotto la pioggia battente, di fronte ad impassibili poliziotti in impermeabile, senza alcuna motivazione plausibile. Quasi duecento persone, in un arco temporale che va dalle dieci alle dodici di mattina, sono state tenute sotto sequestro dalle forze dell'ordine; tra Ostia e P.le Ostiense qualsiasi ciclista o gruppo di ciclisti poteva essere fermato, anche se estraneo a Critical Mass, in una situazione di stato di polizia in cui chiunque fosse in sella ad una bici andava temporaneamente fermato perché considerato potenzialmente pericoloso per la sicurezza del corteo delle forze armate che si stava svolgendo poco distante. Come più volte sottolineato agli ispettori della Digos presenti, nessuno dei ciclisti aveva intenzione di fare rotta sul corteo dei fori imperiali, nonostante la nostra innata avversione al militarismo. Il comportamento delle forze dell'ordine,che hanno ricompattato forzatamente i piccoli gruppi di ciclisti che stavano tornando a casa, appare quindi particolarmente insensato. Ci sembra ridicolo che, in una giornata in cui le forze armate mostrano i muscoli paralizzando buona parte della città con grande spiegamento di uomini e mezzi, venga criminalizzato chi rivendica quotidianamente attraverso l'uso della bicicletta un mondo libero da inquinamento, auto, petrolio e dalle guerre che da esso dipendono."
Non c'è da meravigliarsi,questo episodio sottolinea come un gruppo di persone che si riunisce sotto un ideale come Critical Mass sia visto con timore da un'organo potente e autoritario come lo stato,nello specifico: i militari.E' nella natura di ogni uomo impaurito portare avanti delle azioni preventive al fine di tutelarsi anche se non ce ne sia un effettivo e/o imminente bisogno.Solidarietà per i compagni ciclisti che hanno dovuto subire il tutto senza motivo e altrettanti complimenti per non aver fatto il loro gioco reagendo insensatamente anche se io stesso avrei avuto una vogli amatta di prenderli a calci nelle gengive!!!
Aggiungerei un altro pezzo preso dal sito di Critical Mass Planet,segue testè: "Un ciclista andandosene dalla manifestazione verso le 20:00 si ferma tra ponte Regina Margherita e piazza della Libertà, qui viene avvicinato "da una decina d'individui rasati" che, dopo avergli chiesto se era stato alla manifestazione, tentano di aggredirlo inseguendolo tra la folla al grido di "pezzo di merda".
"Lunedì 2 giugno le forze dell'ordine hanno perpetrato l'ennesimo atto
RispondiEliminaintimidatorio ed assolutamente ingiustificato nei confronti di tutti/e
i/le partecipanti della Critica Massa di ritorno da Ostia. Dopo tre
giorni di festa,che hanno visto in totale circa 5000 biciclette
invadere pacificamente Roma con suoni e colori senza il benché minimo
episodio di turbativa all'"ordine pubblico", i/le ciclisti/e che
avevano deciso di trascorrere l'ultima notte in riva al mare si sono
visti/e svegliare da tre pattuglie ed un elicottero della polizia,che
li/le hanno seguiti/e, e ripresi/e, fino alla più vicina stazione
ferroviaria. In un clima reso già abbastanza teso dalla presenza di
svariati poliziotti all'interno della stazione, i/le vari/e ciclisti/e
sono stati invitati a salire con calma sui treni, ignari del fatto che
a fine corsa, alla stazione di Porta S.Paolo, erano già schierati
decine di poliziotti in assetto antisommossa che impedivano a
QUALSIASI ciclista si trovasse all'interno della stazione di varcare
la soglia. I primi che,come loro diritto,hanno chiesto di lasciare
l'area della stazione sono stati ricacciati dentro con la forza, i
documenti requisiti per un tempo indefinito(saranno poi restituiti una
mezz'ora dopo),ed invitati ad indossare le felpe con la scritta
Critical mass al contrario,comportamento questo ulteriormente
vessatorio e gratuito verso liberi cittadini ai quali non era
imputabile alcun reato.
Un gruppo di circa 50 ciclisti che aveva deciso di tornare a Roma in
sella alla propria bici è stato bloccato da due pattuglie dei
carabinieri all'altezza dell'Eur ed identificato. Anche qui,nessun
reato contestato, nessun atteggiamento provocatorio da parte dei
ciclisti, che al contrario hanno dovuto attendere più di mezz'ora a
lato della strada, sotto la pioggia battente, di fronte ad impassibili
poliziotti in impermeabile, senza alcuna motivazione plausibile.
Quasi duecento persone, in un arco temporale che va dalle dieci alle
dodici di mattina, sono state tenute sotto sequestro dalle forze
dell'ordine; tra Ostia e P.le Ostiense qualsiasi ciclista o gruppo di
ciclisti poteva essere fermato, anche se estraneo a Critical Mass, in
una situazione di stato di polizia in cui chiunque fosse in sella ad
una bici andava temporaneamente fermato perché considerato
potenzialmente pericoloso per la sicurezza del corteo delle forze
armate che si stava svolgendo poco distante.
Come più volte sottolineato agli ispettori della Digos presenti,
nessuno dei ciclisti aveva intenzione di fare rotta sul corteo dei
fori imperiali, nonostante la nostra innata avversione al militarismo.
Il comportamento delle forze dell'ordine,che hanno ricompattato
forzatamente i piccoli gruppi di ciclisti che stavano tornando a casa,
appare quindi particolarmente insensato.
Ci sembra ridicolo che, in una giornata in cui le forze armate
mostrano i muscoli paralizzando buona parte della città con grande
spiegamento di uomini e mezzi, venga criminalizzato chi rivendica
quotidianamente attraverso l'uso della bicicletta un mondo libero da
inquinamento, auto, petrolio e dalle guerre che da esso dipendono."
Non c'è da meravigliarsi,questo episodio sottolinea come un gruppo di persone che si riunisce sotto un ideale come Critical Mass sia visto con timore da un'organo potente e autoritario come lo stato,nello specifico: i militari.E' nella natura di ogni uomo impaurito portare avanti delle azioni preventive al fine di tutelarsi anche se non ce ne sia un effettivo e/o imminente bisogno.Solidarietà per i compagni ciclisti che hanno dovuto subire il tutto senza motivo e altrettanti complimenti per non aver fatto il loro gioco reagendo insensatamente anche se io stesso avrei avuto una vogli amatta di prenderli a calci nelle gengive!!!
RispondiEliminaAggiungerei un altro pezzo preso dal sito di Critical Mass Planet,segue testè:
RispondiElimina"Un ciclista andandosene dalla manifestazione verso le 20:00 si ferma tra ponte Regina Margherita e piazza della Libertà, qui viene avvicinato "da una decina d'individui rasati" che, dopo avergli chiesto se era stato alla manifestazione, tentano di aggredirlo inseguendolo tra la folla al grido di "pezzo di merda".